Che cosa stai cercando?

SETTORE FORMAZIONE

13 e 14 Giugno 2007
Sala San Francesco, parrocchia del Monte Carmelo
Crotone

Relazione:
Un giorno e mezzo con Leonardo Spina

Il 13 Giugno intorno alle 8:30 io e il mio ragazzo, Luigi, ci rechiamo presso la sala San Francesco
della parrocchia del Monte Carmelo (non c’ero mai stata prima), per partecipare al corso Umorismo
e salute, tenuto da Leonardo Spina (chi è questo sconosciuto?). Dopo aver sbrigato questioni
burocratiche, firma d’ entrata, pre-test, domande incalzanti:”siete ECM o no?”, io vorrei dire di sì
per darmi un tono, ma non sono ECM (e poi…cosa vorrà mai dire?), finalmente ci sediamo.
A mano a mano, la sala si riempie di gente, riconosco qualche infermiere, due psicologi, una
vecchia amica, una compagna di classe delle elementari che mi saluta e ammette di aver attraversato
un brutto periodo, il suo viso porta i segni della sofferenza ormai trascorsa. Mi lascia pensosa.
Dopo le 9:00 finalmente Leonardo arriva, ha l’aria un po’ da fricchettone, una treccia sottile che gli
cade sulle spalle e una camicia bianca stile “figlio dei fiori”. Si scusa per il ritardo, chiamando in
causa Trenitalia, si scusa anche per l’assenza di Sonia, sua moglie. Parla spesso di lei e del figlio
Francesco. Per rompere il ghiaccio e forse “furbescamente” per testare la nostra reattività, Leonardo
ci racconta delle barzellette. Io non ho mai amato le barzellette, non mi hanno mai fatto ridere, ho
sempre preferito le battute genuine e spontanee, in più ho sempre avuto la convinzione di non
saperle raccontare, ma mi devo ricredere, alla fine rido di gusto e non solo io, ma tutti ridono!
Anche la mia vecchia compagna di classe, quella che portava i segni sul viso di un brutto periodo
ormai passato, i suoi lineamenti sono più rilassati adesso.
Il corso è molto interessante, Leonardo ha una verve invidiabile, una grande cultura, ma ha l’umiltà
di chi non vuole insegnare niente, e ti chiede di fare delle ricerche su ciò che spiega, parla di tante
cose con molta chiarezza, gelotologia, clownterapia, neuroni, aura, piante che percepiscono le
nostre energie positive o negative, parla di tante… tante cose interessanti, persino del parto della
moglie e del pollice verde di suo padre, ma soprattutto sostiene l’importanza del ridere, in
particolare del riso nella sofferenza. Già… la sofferenza. Ci sono momenti di silenzio quando
Leonardo parla della sofferenza che ha visto e vede negli ospedali e probabilmente ognuno di noi
pensa anche alla propria, a quella di un parente, a quella che vede ogni giorno lavorando in
corsia…ma d’improvviso la faccia di Leonardo si contorce in una smorfia buffa, sta per raccontare
una nuova barzelletta o fare una battuta, ci coinvolge in giochi ed esperimenti, la teoria si sposa alla
pratica. Sembriamo tutti impazziti, si ride tanto, nonostante il caldo asfissiante, la stanchezza delle
ultime ore di corso, c’è chi vuole parlare della propria esperienza, chi invece fa esempi di guarigioni
grazie al buonumore, tutti vogliamo convincerci che possiamo farcela grazie al pensiero positivo. Il
bilancio del primo giorno di corso è estremamente positivo, intorno alle 18:00 ci congediamo da
Leonardo e dagli altri, ci affolliamo davanti al foglio delle firme d’uscita, ma mi accorgo che i volti
dei miei compagni di corso sono diversi, ci sorridiamo, siamo di buonumore, ci scambiamo
vibrazioni positive.
Il secondo e ultimo giorno di corso, la sala che ci ospita risulta affollata esattamente come il giorno
precedente, anzi ci sono anche volti nuovi…. è un successo, la gente non è venuta solo per un
semplice attestato, c’è qualcosa in più. Leonardo riprende i temi importanti di cui aveva parlato il
giorno precedente per approfondirli, ne accenna di nuovi, forse per smorzare la serietà di alcuni
argomenti racconta nuove barzellette, ci parla della particolarità dei nomi, ne legge alcuni davvero
comici, mi volto verso il mio ragazzo che mi ricorda il nome buffo di un signore: “Evacuo Felice”.
Leonardo, poi, ci mostra i filmati dei clown dottori che operano in vari ospedali…, la ragazza
seduta davanti a me…piange, in realtà molti si commuovono, io trattengo a stento le lacrime,
mentre vedo da lontano Leonardo che forse (sono miope!)….si asciuga una lacrima. Siamo tutti
attenti, incuriositi, commossi….pieni di affetto per quei bimbi sofferenti, ma siamo anche divertiti
dalle immagini dei clown che intrattengono allegramente non solo i bimbi ma anche i genitori, i
nonni, gli infermieri. Alla fine, il nostro applauso spezza la commozione, si ritorna su temi
importanti, si pongono domande, Leonardo ci ripete una cosa importante, non dobbiamo
cristallizzarci sui pensieri negativi, ma dobbiamo avere proposizioni positive. Non lo dimenticherò.
Si giunge alla conclusione….che peccato! Ritornano le manovre burocratiche, il post-test, le firme
di frequenza…l’attestato. Io e Luigi vogliamo salutare Leonardo, stringergli la mano, anche se è
assediato dagli altri che hanno avuto la nostra stessa idea. Finalmente riusciamo a raggiungerlo, è
davvero alto (io sono un metro e sessanta ), ha il sorriso di un bambino, gli occhi vispi, stringe forte
le nostre mani e poi le nostre spalle, quasi in un abbraccio che vuol dire…vi voglio bene, ha una
grande umanità, si parla dei nostri progetti…forse…. al momento giusto partiremo per l’Africa,
dimostriamo tutto il nostro entusiasmo per il corso e lui risponde…davvero vi è piaciuto così tanto?
È umile al punto giusto….si percepisce il suo amore per la gente. Con un po’ di dispiacere ci
congediamo da lui. Ma qualcosa di nuovo o di più chiaro è ora dentro di noi…
Ritorno a casa, dopo varie “manovre”, mi accomodo sul divano con mamma, sorseggiamo un caffé,
le racconto una delle barzellette di Leonardo…lei ride di gusto…. ed io compiaciuta penso…allora
non è vero che non le so raccontare!

Lorenza Rodio (non ECM!)