ESTRATTI DA LETTERE UFFICIALI DEI PRIMARI
DOVE HA OPERATO IL PERSONALE DI
RIDERE PER VIVERE – HOMO RIDENS – LA TERRA DEL SORRISO
“I Clown di Corsia hanno notevolmente contribuito a rendere più accogliente e sopitale il clima del
reparto e con discrezione, delicatezza e grande umanità hanno affiancato e reso più agevole il
compito del personale di assistenza”
Prof. Calisti Dir. U.O. Chirurgia Pediatrica – Az.Ospedaliera S.Camillo – Forlanini
“La presenza dei Clown risulta estremamente gradita ai piccoli pazienti, indistintamente nelle
diverse fasce d’età, e costituisce un efficace supporto per ridurre il disconfort connesso con
l’ospedalizzazione e con le terapie”
“Di particolare efficacia risulta l’attività che i Clown di Corsia svolgono in occasione dell’esecuzione
di manovre dolorose (venipuntura, aspirato midollare, rachicentesi). In tali situazioni infatti, la loro
presenza e la loro opera di distrazione sono molto efficaci nel contenere l’ansia e nel ridurre il
dolore.
Dr. Favre Emato-Oncologia – Azienda Ospedaliera Pisana
“…purtroppo i Clown di Corsia vengono solo due volte a settimana, perchè durante gli altri giorni si
avverte la loro assenza per la mancanza di atmosfera gioiosa e delle sonore risate che allegrano le
“quiete stanze””.
Dott. Celandroni Direttore U.O. Pediatria – Ospedale di Pontedera“
L’intervento degli operatori di Ridere per Vivere ha fornito unbuon risultato perché ha aiutato i
pazienti ad allontanare il pensiero della malattia., come attestano i molti commenti favorevoli di
pazienti, parenti e personale sanitario.
Gli operatori Clown hanno dimostrato una notevole sensibilità con i pazienti, con buone capacità di
valutare le singole situazioni. La loro presenza crea spesso stupore ed allegria e riesce ad
alleggerire notevolmente il clima all’interno del reparto, coinvolgendo anche il personale medico
ed infermieristico e continuano ad avere un posto di rilievo all’interno delle iniziative dalla PUO
della UO di Oncologia Medica.
Dott. Sergio Marecano, respons. Progetto Umanizzazione dell’U.O. Oncologia, Ospedale san
Carlo Borromeo, Milano
“L’atmosfera che viene creata dai Clown di Corsia è veramente serena sia per i bambini che per i
genitori. Dopo aver incontrato i clown il bambino arriva in sala operatoria più tranquillo, quasi
sempre in compagnia del suo palloncino ed affronta le procedure preoperatorie in maniera
sensibilmente meno agitata.”
Dott. Papini Dir. U.O. Otorinolaringoiatria – Azienda USL 5 di Pisa
“…il loro arrivo in reparto è sempre stato fonte di serenità, gioia, allegria, non solo per i
bambini.Con il loro lavoro è stato più facile svolgere anche il nostro; sono stati capaci di distrarre e
far accettare , più volentieri, il sempre traumatico momento di ricovero e permanenza in ospedale
ai piccoli pazienti.”
Dott.ssa D’Elia – U.O. Pediatria Azienda USL 5 Valdera
LETTERA DI UNA MAMMA AGLI OPERATORI DI
RIDERE PER VIVERE – HOMO RIDENS – LA TERRA DEL SORRISO
L’unica cosa di cui posso parlare è la mia esperienza concreta di genitore, di come ho visto i clown
dottori aiutare prima mia figlia, poi anche me.
E’ stato un percorso a più fasi. All’inizio, durante il ricovero più lungo, M. non era assolutamente
disposta verso nessuno; la sofferenza e la diffidenza verso qualunque volto nuovo, avevano fatto si
che lei si chiudesse a chiunque non fossi io o suo padre.
Così i clown capendo questo stato d’animo, aprivano le porte della camera molto discretamente, e
anche se M. stava voltata di proposito dall’altra parte, loro facevano sentire la loro timida
presenza con piccoli segnali e lasciando sempre qualcosa: un palloncino, bolle di sapone, un naso
rosso..
Si trattava davvero di pochi attimi. Quando loro uscivano, lei si voltava a guardare cosa avevano
lasciato, e questo era tutto. Per tutto il ricovero è stato così. In seguito, quando lei è stata meglio
ed ha cominciato a non avere più paura del dolore, poiché le manovre che subiva non erano più
dolorose, l’attenzione è andata pian piano aumentando. Mi dicevano che sarebbe successo, ma io
non ci credevo. Eppure con il passare del tempo, lei ha ricominciato a sorridere, prima a me, poi a
tutti quelli di cui non aveva più paura. Oggi i nostri Day Hospital sono tanto allegri e giocosi. Con
M. facciamo la scommessa di indovinare chi saranno i clown di turno, ogni giorno che siamo in
auto e ci dirigiamo verso Pisa. E lei si fida di loro e si affida a loro. Partecipa ai loro giochi, si lascia
trasportare dalle loro magie e dai loro scherzi, non li teme e li considera degli amici preziosi.
In pratica, anche se sa che andiamo a Pisa per medicare il tubino, non solo non è affatto
preoccupata, ma la considera un’occasione di festa. Non posso non dire di quanto bene abbiano
fatto e facciano anche a me. All’inizio mi soffermavo solo a pensare a quanto fosse triste il loro
lavoro: dover ridere, scherzare, giocare in un ambiente dove i bambini soffrono così tanto, mi
sembrava una sfortuna anche per loro. Mi dicevo che io non avrei proprio potuto fare quel
mestiere senza portarmi a casa l’angoscia delle sofferenze vedute in quelle stanze.
Ringraziavo perché c’erano, ma avvertivo per loro una profonda tristezza. Non avevo ancora
provato i benefici della loro presenza. Poi, come per M., è cambiato anche il mio di approccio con
loro. Vedere tanto coinvolgimento da parte di mia figlia ha fatto sì che anch’io ne fossi coinvolta. E’
stata come una liberazione riuscire a mescolare alle parole dolore, prelievo, trasfusioni, terapie
anche le parole musica, barzellette, magie, scherzi, risate. Tutto il carico emotivo è stato
alleggerito dai nostri clown. Anche nei momenti di ansia, in cui si aspettano certe risposte, o di
parlare col medico, o quando la bimba non sta bene, ci sono loro, e in quegli attimi la pesantezza
della situazione sfuma e da davvero la carica di ottimismo giusta per convincersi che tutto andrà
assolutamente bene.
Perché in quei momenti, nonostante tutto, siamo felici di esserci e di far parte di questa vita che
oltre ad averci dato una grande prova, ci ha regalato i mezzi, se così vogliamo chiamarli, per
superarla nel migliore dei modi.
Questo è il mio grazie ai clown dottori.
LETTERA DI UN’INFERMIERA AGLI OPERATORI DI
RIDERE PER VIVERE- HOMO RIDENS – LA TERRA DEL SORRISO
Considerato il lavoro svolto dai Clown Dottori nel reparto dell’Ospedale Lotti di Pontedera, anche
la nostra U.O. ha voluto fin dal 2001 la loro presenza, al fine di “curare” i piccoli pazienti che
goiungono al nostro reparto per sottoporsi ad un intervento chirurgico, generalmente
adenoidectomia e tonsillectomia.
Il bambino, in vista dell’intervento è sempre coinvolto emotivamente sia per la paura riferita a
qualcosa di cui non ha esperienza, sia per le tensioni che inevitabilemnte si creano nell’ambiente
familiare nei giorni che precedono l’intervento.
Il bambino, quindi, giunto in ospedale spaventato, reagidsce o chiudendosi o estrinsecando in
maniera esagerata la sua tensione emotiva. Di conseguenza tutta la fase preoperatoria
all’intervento risulterà difficoltosa da affrontare da parte sia del personale medico che
paramedico.
Con l’arrivo dei Clown Dottori, la situazione è decisamente cambiata: la professionalità e lo spirito
di questi operatori hanno notevolmente ridotto se non addirittura fatto sparire le tensiopni
emotive dei piccoli pazienti. Di conseguenza si sono ridotte anche le ansie dei genitori che vedono
il proprio figlio più disteso e tranquillo.
Quindi si è venuto ad interrompere quel circolo vizioso di ansia dei genit. – ansia del bambino.
I risultati della collaborazione con i clown dottori dell’Ass. Ridere per Vivere sono stati, fin
dall’inizio, tangibili: bambini meno agitati all’ingresso della ppresala operatoria, ognuno con il suo
palloncinoo, distesi; riduzione dei tempi di induzione dell’anestesia e soprattutto risveglio meno
traumatico.
Tutto ciò condiziona in maniera positiva la degenza ospedaliera, in un ambiente, cioè, che molto si
diversifica dall’entourage domestico.
In conclusione, la nostra esperienza è stata indubbiamente più che positiva ed è per noi
auspicabile che tale collaborazione possa non solo continuare ad esistere nella nostra U.O., ma
che possa e debba essere estesa a tutti i reparti in cui siano presenti piccoli pazienti.