Che cosa stai cercando?

“ PSICOSOMATICA DELLA SFIGA ”

ovvero: tutto quello che avreste voluto sapere sulla malattia e nessuno vi ha mai spiegato prima.

di Leonardo Spina

“ …chi è musone triste e depresso non riesce a tener lontane le malattie “

 ( Susumo Tonegawa, premio Nobel per la Medicina 1989 ).

 

Il progetto teatrale, prima laboratorio poi commedia messa in scena, è stata rappresentata presso alcuni ospedali romani, al Teatro Romano di Ostia Antica, al teatro Manfredi in Roma, al teatro Guglielmi di Massa e presso la struttura “I Grappoli” nella Svizzera italiana, a cura della Comica Compagnia di ! Ridere per Vivere !.

COMMEDIA

 in due atti di Leonardo Spina (2016)

 

Per un Teatro Didattico

L’esigenza di allestire una commedia, dedicata ai rapporti mente/corpo ci viene dalla consapevolezza della grande forza didattica ed impressiva del teatro in particolare del teatro comico, soprattutto nelle giovani generazioni: usare il ridere al fine di rendere accessibili informazioni difficili da reperire e fissare.

Mettere in scena il rapporto che la nostra mente e le emozioni intrattengono con il corpo, significa rendere edotti i giovani spettatori della reale origine di moltissimi problemi, malattie, disordini psico-fisici.

 

“ PSICOSOMATICA DELLA SFIGA ”

ovvero: tutto quello che avreste voluto sapere sulla malattia e nessuno vi ha mai spiegato prima.

narra il disagio di vivere di una donna –Fabrizia – e come questo disagio –in realtà una cronica depressione- si trasformi, sotto gli occhi dello spettatore- in una grave malattia fisica.

Poiché l’autentica comicità deve necessariamente partire dalla tragedia, ecco che la parte schiettamente comica della piece viene alla luce quando Fabrizia  dorme: è il suo sistema immunitario, sconquassato, che si materializza davanti allo spettatore –più simile ad un allegro hellzapoppin che ad un esercito difensore- in tutti i suoi componenti/personaggio: il natural killer frustrato, l’helper – affetto dalla sindrome del buon samaritano-, il macrofago – ingordo e stolido -,  il linfocita – confuso e tremante -, il citotossico in cerca di una dose di endorfina, il suppressor, fanatico del flamenco….

Contrapposto ad essi (ma, sulla scena, loro interlocutore privilegiato) un tumore maligno ( Benigno )che, all’inizio della piece si insinua nei tessuti dell’addome di Fabrizia e lentamente cresce, ignorato da quelli che dovrebbero distruggerlo.

Potrà la nostra protagonista salvarsi dall’orribile malattia ?

Soltanto se metterà ordine nella propria vita, muterà emozioni e si abbandonerà all’amore.

Protagonista di questo mutamento un personaggio maschile – Gino, figlio della portiera –innamorato di lei, unico suo contatto con il mondo reale.