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SI PUÒ GUARIRE DALL’ADHD

SI PUÒ GUARIRE DALL’ADHD

SI PUÒ GUARIRE DALL’ADHD

L’essere umano interpreta la realtà secondo gli schemi che gli sono stati proposti dalla cultura di appartenenza. Il momento della diagnosi e della cura nella nostra cultura occidentale rispondono a schemi precisi, che poggiano sulla credenze collegate alle false informazioni del paradigma newtoniano cartesiano imperante (se desideri approfondire, leggi gli articoli nel sito territoridiconfine.com, sezione Guarigione Olografica).

Noi pensiamo che, quando ci si confronta con la malattia, in medicina o in psichiatria, è necessario esercitare un diritto: il diritto di capire, comprendere bene cosa si ha. Il primo passaggio quindi è raccogliere informazioni sulla categoria diagnostica che è stata proposta: è importante cioè aprire una ricerca che risponda ad una serie di domande, come queste ad esempio :

– Quando è nata la categoria diagnostica che ti riguarda, chi l’ha creata e proposta?

– L’industria farmaceutica ha prodotto farmaci proprio per la categoria indicata, quali effetti collaterali hanno, ve ne erano di simili prima?

– Vengono indicate dagli specialisti che te l’hanno indicata, le possibili cause responsabili del problema? Le cause riguardano solo il piano materiale, fisico, o anche il piano psicoemozionale?

– Quali percorsi di cura ti vengono proposti, ci sono effetti collaterali, e il disagio che vivi viene dato come risolvibile, oppure cronico?

– Ci sono professionisti e ricercatori indipendenti che danno interpretazioni diverse del problema, e propongono percorsi di cure olistiche che, trattando le cause, vadano verso una possibile guarigione del disagio?

Forse è il caso di fare un esempio.

Prendiamo la cosiddetta sindrome ADHD, acronimo dei termini inglesi (attention-deficit/hyperactivity disorder), che tradotto in italiano vuol dire: iperattività e deficit di attenzione nei bambini, ebbene:

“Di questa presunta patologia non vi è traccia nella storia”

Dicono gli psichiatri ed i medici dell’associazione Giù le mani dai bambini.

Come è possibile?! Forse, per capire meglio, può essere utile leggere l’articolo di uno degli autori del DSM IV, lo psichiatra Frances Allen, proprio sulla creazione delle categorie diagnostiche, lo trovate in territoridiconfine.com, sezione Liberi da Matrix, Nuova Psicologia.

Le domande a questo punto sono: “Ma ciò che è accaduto per la sindrome ADHD è accaduto per altre categorie di malattia? Quali?” Si, vale la pena leggere il libro del dr. Allen. Così come è importante approfondire come, ad esempio, si arrivi ad una diagnosi. Può così, continuando con il nostro esempio, essere utile anche dare un occhiata al questionario utilizzato dagli insegnanti di scuole materna ed elementare per raccogliere elementi informativi utili ai fini della diagnosi ADHD.

Riportiamo qui come esempio qualche item del questionario:

  • spesso muove con irrequietezza mani o piedi o di dimena sulla sedia;
  • spesso lascia il proprio posto a sedere in classe o in altre situazioni in cui ci si aspetta che resti seduto;
  • spesso corre e salta dovunque in modo eccessivo in situazioni in cui ciò è fuori luogo;
  • spesso “parla troppo”

Dallo stesso articolo dell’associazione Giù le mani dai bambini si legge:

Al di là dell’aspetto umoristico dell’approccio, non possiamo non rilevare che scopo della scienza è capire, comprendere … Catalogare insiemi sintomatologici non conduce a nessuna verità definita, casomai introduce accorpamenti di entità diverse per natura, origine e forma.

Con la parola “ADHD” si rischiano di racchiudere fenomeni di natura e forma completamente differenti tra loro.

Ma questo, secondo noi, era l’obiettivo di una strategia precisa, che abbiamo visto in campo anche per altri sindromi.

Certamente, i bambini possono presentare difficoltà di attenzione, di memoria, di concentrazione, possono essere agitati tanto da non poter seguire una attività, ma perché una difficoltà deve diventare malattia? Se ci poniamo in una ottica olistica, se recuperiamo il concetto dell’interezza delle funzioni dell’essere umano, quindi, se includiamo nelle analisi delle cause oltre il piano fisico, anche il piano psicologico, emozionale, relazionale, spirituale, allora il campo di lettura dei sintomi racchiusi nell’acronimo ADHD, si amplia notevolmente. Così come si ampliano le possibilità di cura, che altro non sono che comprensione del disagio, e sua trasformazione.